MATtam 78 - Giardino segreto

Gli “arazzi” di Maurizio Donzelli nell'esposizione a cura di Donata Negrini e Annarosa Buttarelli con la consulenza di Lucio Pozzi.
"Nel mio caso l’arazzo, o la fascinazione per gli arazzi, è in parte un’ossessione e in parte un vero e proprio metodo di lavoro artistico, che non si basa sulla logica o sull’analisi razionale dei motivi simbolici e ornamentali che incontro, e che scelgo di volta in volta da antiche immagini, ma da un processo di ripensamento e di re-immaginazione delle immagini stesse. Attraverso lo studio e l’osservazione di questi antichi arazzi mi permetto una esplorazione e una reinterpretazione del visibile/invisibile in esso potenzialmente contenuti, ma anche una indagine sulle mie possibilità e sulle mie capacità di estrarre da queste tracce, provenienti da un lontano passato, qualcosa per me di nuovo e sorprendente. L’arazzeria antica, perlomeno quella che amo di più, la ritrovo in un preciso periodo storico che va dal Medioevo fino alle soglie del Rinascimento. In essa rintraccio in primo luogo una serie di processi narrativi molto distintivi e da me molto amati: l’assenza di prospettiva, elementi fortemente ornamentali, tematiche oniriche ed enigmatiche dove la struttura narrativa è fantastica con tratti fiabeschi e chimerici. Da questi presupposti e da queste fascinazioni nascono le mie manipolazioni successive, immagini dove frammenti più volte rimescolati diventano qualcosa per me contemporaneamente sconosciuto e familiare. Io credo che sia inutile o addirittura dannoso cercare di descrivere il contenuto di queste mie immagini. Al contrario, uno dei motivi che mi spingono a mettere in produzione un arazzo è proprio quando vi riconosco qualcosa di attraente, di stimolante, proprio perché sconosciuto e misterioso; un’immagine che non riesco a comprendere ma soltanto sentire, un’immagine ugualmente vicina e lontana."
Palazzo Te
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